Vacanze nei dintorni di Lecce: Scopri Acaya

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Cosa aspettarsi da un viaggio in Salento? È un luogo ricco di storia e di cultura, bagnato da due mari, lo Ionio e l’Adriatico, che hanno donato a questa terra colori intensi e lunghe spiagge, ma anche insenature raggiungibili solo via mare.

Il Salento ha cittadine e borghi di rara bellezza che sono espressione dell’arte barocca, ma ospita anche antiche testimonianze come i menhir e i dolmen.

I primi sono blocchi unici di pietra, cioè dei grandi monoliti conficcati nel terreno, mentre i secondi sono formati da più megaliti assemblati a portale. I paleontologi ritengono che siano entrambi databili tra la fine del periodo neolitico e l’inizio dell’età del bronzo. Si discute ancora della loro funzione, infatti alcuni sostengono che siano legati a riti funerari, secondo altri, invece, sono espressione di antichi riti propiziatori per la semina e il raccolto.

C’è anche chi sostiene che essi siano strumenti astronomici utilizzati per studiare il cielo e il ciclo della terra, ciò naturalmente non fa che aumentare il loro fascino. In questa terra si trovano ovunque e dopo un periodo di oblio, oggi sono stati rivalutati e sono diventati un altro simbolo caratterizzante di questi luoghi.

Acaya: antico borgo…e non solo

Il Salento è la terra dei borghi e tra questi spicca per la sua bellezza Acaya, che si trova a dieci chilometri da Lecce. La struttura di quest’antica città fortificata è uscita intatta dalle guerre e conserva quindi ancora oggi il suo originario aspetto rinascimentale.

Si resta incantati dalla morfologia cittadina con le strade inizialmente ideate per spostare le truppe. Si tratta infatti di strade diritte che di intersecano coprendo tutto il territorio urbano.

L’antico castello di Acaya è la testimonianza di un potere feudale che ha gestito per anni anche le terre limitrofe e che ha connotato fortemente l’economia locale, con una famiglia che aveva potere assoluti sulle cose e sulle persone che abitavano quel territorio.

Fare una passeggiata ad Acaya è dunque percorrere una sottile linea del tempo dal fascino indescrivibile abbracciando le radici culturali di un popolo che trae dal passato la sua forza per vivere il presente.

Pochi lo sanno, ma nel Salento è possibile giocare a golf. Dove? Ad Acaya, sorge un bellissimo circolo di Golf. L’Acaya Golf Club, è uno dei pochi campi da golf in Puglia.

Dotato di 18 buche è completamente immerso nella macchia mediterranea.

Tradizioni e due cittadine da scoprire

Il Salento tuttavia è principalmente un luogo di incontro tra l’Oriente e l’Occidente.

Le continue incursioni Saracene hanno dato vita ad un legame con popoli con culture diverse facendo diventare Lecce e la sua provincia la porta dell’Oriente nel mondo occidentale.

Ecco perché un viaggio nel Salento è principalmente un percorso di scoperta di una complessità culturale da vivere.

Il legame del popolo salentino con il proprio territorio è dovuto al rispetto delle tradizioni contadine.

La Taranta è una danza popolare che trae le sue origini proprio dalla vita nei campi. Durante la semina o il raccolto poteva infatti accadere che i contadini si sentissero male. Si credeva che questi malesseri fossero cagionati dal morso di un ragno. Contro questo male non si conoscevano rimedi medici e le famiglie iniziavano a suonare in modo ripetuto un tamburello per fare danzare il malato. Secondo un’antica credenza infatti la Taranta liberava dal veleno e assicurava la guarigione.

Questa danza è ancora oggi la “colonna sonora del Salento” e sembra quasi di sentirla mentre si passeggia tre le strade di borghi dal fascino immutato nel tempo.

Tra le tante cittadine Otranto è sicuramente da non perdere.

È stata fondata dai Greci, ma successivamente è stata conquistata nell’ordine dai Longobardi, dai Bizantini, dagli Angioini, dagli Aragonesi e dai Saraceni, per poi entrare a far parte del regno di Venezia e del regno di Francia.

La sua storia travagliata ha sicuramente arricchito il suo patrimonio artistico. Il Castello Aragonese è una roccaforte che testimonia quanto la città abbia sempre combattuto contro lo straniero invasore.

La Cattedrale di Santa Maria Annunziata ospita i resti di ottocento cristiani che cercarono di resistere all’invasione turca del 1480 perché non volevano rinnegare la propria fede. Il massacro è una pagina molto dolorosa della storia di Otranto che ancora viene ricordata, ecco perché alcuni l’hanno rinominata, città dei martiri.

Sul versante geografico opposto sorge invece Gallipoli che i Greci avevano battezzato Kalè polis – “città bella” – per il suo fascino naturale.

La città vecchia è collegata a quella moderna da un ponte seicentesco che è un vero e proprio percorso tra passato e presente.

È imperdibile una visita al Castello Angioino, anche se la fontana greco-romana all’entrata del centro storico è la nota caratteristica del patrimonio architettonico della città.

Essa infatti rappresenta la più antica testimonianza ellenistica d’Italia. I vicoli del centro storico sono invece di origine Saracena e conducono alla Cattedrale di San’Agata di Gallipoli, dallo stile barocco che ospita tele di artisti notevoli.

I palazzi delle antiche famiglie contribuiscono a fare di Gallipoli una città con una ricchezza architettonica di grande valore.